lunedì 11 febbraio 2013

STRADE



Le mie mani puzzano di colori a tempera. Ho la maglietta macchiata di verde, giallo e azzurro. Irina con in braccio la piccola Julienne mi sorride dall’altro lato dell’obiettivo. Scatto. Una , due foto. Gli altri bambini si avvicinano per guardare. Uno invece resta in disparte e si osserva fissamente l’indice dalla punta fucsia. “Che roba è questa?” dice la sua espressione fra lo stupito e lo spaventato. Sono alla scuola materna. E mi diverto un mondo. Ho finito di dipingere la parete delle nuove aule. Ci ho messo su un bel prato verde su cui svolazzano le farfalle, un albero in lontananza abitato da una piccola scimmia. Sullo sfondo un cielo immenso. Con le nuvolone bianche. Il cielo di Rungu insomma. Come non permettere ai miei piccoli amici di renderlo loro? Di dare un tocco di vivacità colorata? Uno alla volta sono lì, ad immergere il ditino nella tempera per tracciare un fiore in mezzo al prato. Oh! Arrivano tutti in fila con il faccino a punto interrogativo “ ma cosa vorranno farci fare oggi?”. Appena vedono cosa fa il compagno, cominciano a fremere. “Anche io!”. Etienne pesa un pochino, lo sollevo. Faccio per prendergli la mano ma la scosta dalla mia. Vuole essere LUI  a tracciare la sua firma. Un petalo di sghimbescio, uno perfettamente rotondo. È soddisfatto. Sgattaiola via per lavarsi le mani. Sorride. E torna a guardare il suo capolavoro. Gli piace!

Per i più grandi lasciamo che immergano tutto il palmo della mano. Uau!!! Vi immaginate questi piccoli Picasso all’opera??? Ad un certo punto bisogna fermarli, se non vogliamo che dipingano davvero come lui. Mi guardano. Mi sorridono. Si nascondono. Mi si aggrappano. C’è chi vuole per forza essere preso in braccio perché lui ha scelto DOVE mettere la sua impronta. Proprio lì. Proprio in quell’angolo in alto a sinistra, a fianco all’ape. Non arriva. Ha bisogno di me. Lo sollevo. Osservo il suo sguardo. La concentrazione si nota nella punta della lingua rosa che fa capolino tra le labbra scure. Il cuore sta per sbalzarmi fuori dal petto per la felicità.

Mi guardo intorno adesso. Sono a casa. Seduta alla mia scrivania. Nessun bambino. Nessun prato. Sono rimasta solo io. Nessun altro. Ma la magia in qualche modo è qui. La sento. E allora mi rendo conto che i protagonisti di questo mio anno speciale, di questo mio anno di servizio civile sono stati loro. È vero. Io ci sono stata, sono stata là. Ho aperto i barattoli, ho versato i colori, ho indirizzato le loro manine. Ma i veri artisti erano lì, di fronte a me, intorno a me. 

Questo è stato. Ho preso una strada. Ho iniziato a camminare. Ho incontrato della gente. E per un certo tempo quella gente e io abbiamo camminato insieme.

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