domenica 4 marzo 2012

Una domenica come tante

Stamattina una nebbia avvolge la foresta . Una nebbia sottile, come una piccola pioggerella che scende dai rami.
È domenica . Giorno di festa. La gente non resta a dormire un po’ di più. A stendere le gambe dopo una settimana di duro lavoro. Sono già in piedi. Giovani e non.
Alle 7.00 suonano le campane della chiesa. Si va tutti a pregare. La celebrazione è in lingala, dunque non ho capito granchè… Ogni tanto incrocio gli occhi di un bimbo. Alza la manina e mi sorride. Guardo giù lungo la navata. Volti scuri. Vestiti sgargianti. I vestiti della festa. Consunti ma puliti. Un po’ di vento fresco entra dalla porta laterale. L’incenso si spande per la chiesa e i canti al ritmo dei tamburi rallegrano lo spirito.
È difficile descrivere come ci sente quando, a pochi minuti della fine, la maggior  parte della gente si volta sorridendo verso il banco dove siamo sedute. Ci guardano e aspettano. Il sacerdote sta dicendo qualcosa.  Cosa?Parla di noi! Ci invita ad andare sull’altare per presentarci. A chi? Ad una platea di sconosciuti. Di persone che vivono in questo luogo così diverso da casa mia. Di uomini dalla pelle scura e dalle mani callose. Di donne con acconciature elaborate e bimbi allacciati sulla schiena. Di ragazzi e ragazze che non so come vivono la loro giovinezza. Di bambini e bambine curiosi e innocenti. Tutti ci cantano il benvenuto e ci dicono grazie al ritmo del battito delle mani. Saluto e il mio merci si perde tra i suoni. Il mio sguardo si posa su quei volti e le lacrime fanno capolino. Sono davvero qui. Fra questa gente. L’imbarazzo mi abbandona e sorrido. In fondo è solo un benvenuto. Quello che spetta ad un ospite. Un ospite come tanti. In una domenica come tante.

3 commenti:

  1. Che bello Simo, mi piace tanto leggerti :) Ti mando un abbraccione :*

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  2. Ormai mi emoziono sempre di più anch'io ogni volta che leggo queste parole...un pensiero da lontano...

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