L’aereo sta per atterrare. Mi sporgo dal finestrino.
La vista mi si offusca per le lacrime di commozione. Ma cosa faccio? Sto per
ritornare in quella terra che mi ha stregato e piango? Vabbè…troppi
ricordi….troppe emozioni all’ombra di quegli alberi, su quella terra rossastra
che fa da pista da atterraggio . Ci sono! Sono di nuovo qui! E mi sembra di non
essere mai andata via. Ho pianto tanto quel giorno di gennaio, quando non
sapevo se sarei mai più ritornata. E adesso? Le grida di benvenuto mi
raggiungono da tutti gli angoli di quella stessa strada che ora percorro a
ritroso. Incrocio quegli occhi scuri e liquidi che non vedevo più da tempo. I
piedini scalzi. I vestiti logori. I sorrisi smaglianti.
Gli scossoni dell’auto mi tengono sveglia sebbene la
cappa di calore mi provochi un po’ di sonnolenza. Non mi sembra vero. Una strana sensazione si
impadronisce di me. Avevo conservato così bene la luminosità dei colori, i
suoni della lingua, i gesti della gente che è come vivere un déjà vu.
Ad accogliermi gli amici. A stringermi le mani
quelle persone con cui sono riuscita a mantenere un legame epistolare , dal
momento che non ci sono altri mezzi di comunicazione in questo sperduto
villaggio dell’est della RDCongo. Da lontano qualcuno mi sbircia. Timido alza
una mano. Ma non è certo che sia davvero io. Nel dubbio, prosegue. E io resto
un po’ delusa.
Mi fermo lì sotto la veranda a chiacchierare. I miei
occhi si riappropriano degli spazi, avidi, impazienti. Ma cosa cerco ancora?
Sono qui, no? Ma poi , eccolo. Eccolo quello che non mi aspettavo ma che volevo
senza saperlo e che ha reso tutto incredibilmente NUOVO. Sono corsa fuori a
vedere passare le mucche . Alcune ragazzine della scuola elementare, dove lo
scorso anno ho tenuto un corso, mi hanno vista in mezzo al vialetto. Le ho
salutate e loro mi sono venute incontro, ma invece di stringermi la mano come è
costume salutare qui, mi hanno abbracciato!!! Si!!!! Abbracciato!! Un abbraccio
caloroso, piccolo, dolce! L’ABBRACCIO di Rungu. L’abbraccio che mi ha fatto
sentire DAVVERO a casa. Il mio cuore ha preso a battere furioso, ridevo come
una pazza, stringevo una ad una quelle bambine e ho ripreso a sentirmi viva.
Viva come non mi capitava da tempo.
È quasi una settimana che sono qui. Passeggio per
queste strade, ritrovo persone che non pensavo di rivedere. Respiro il profumo
dell’umidità tropicale, riammiro il cielo stellato con il naso all’insù.
Immagino quello che sarà, ricordando quello che è stato.
La gente
continua a fermarmi per darmi il benvenuto, per dirmi Merci, per stringermi la
mano e chiedermi della famiglia, della mia collega di servizio civile, per
sorridermi. Io ricambio. Io rispondo. Io sono qui. Di nuovo. Adesso.